“La volpe sa molte cose ma il riccio ne sa una più grande.“
Questo verso del poeta greco antico Archiloco è stato utilizzato dall’intellettuale inglese Isaiah Berlin come metafora per distinguere la differenza fondamentale tra due tipi di individui: alcuni (i “ricci”) riferiscono ogni cosa a una visione centrale, a un sistema coerente e articolato, dotato di regole ben precise; altri (le “volpi”), invece, perseguono molti fini, non di rado disgiunti e contraddittori, mancanti di un principio morale o estetico.
Questa seconda tipologia di individui – dice Berlin – compie azioni “centrifughe”, non “centripete”, poiché il loro pensiero si muove su parecchi piani e coglie una varietà di esperienze e di temi senza riportarli a una visione immutabile. I primi, invece, portatori di una visione monista del mondo sarebbero responsabili delle grandi tragedie dell’umanità.
Il filosofo e giurista statunitense Donald Dworkin nel suo ultimo libro testamento, intitolato: “Giustizia per i ricci” riprende questa distinzione, dichiarando la sua opzione per i ricci ovvero in favore di chi si pone nel campo dei pensatori monisti, cioè di coloro che difendono la tesi filosofica dell’unità del valore: una è la verità, uno il bene. Si tratta di una posizione minoritaria, considerata a tratti ingenua in una società che rifiuta espressamente il concetto di verità unica.
Dworkin è fautore di una visione liberale della società ma al tempo stesso ritiene che libertà ed eguaglianza, le due voci principali della moderna teoria politica, non siano tra loro insanabili e costrette ad un continuo conflitto.
È possibile costruire una visione armonica di questi due concetti tenendo a mente due principi fondamentali che un governo deve rispettare per dirsi legittimo. Primo, deve dimostrare eguale considerazione per il destino di ciascuna persona sulla quale pretende di comandare. Secondo, deve rispettare pienamente la responsabilità e il diritto di ciascuna persona a decidere da sé come dare valore alla propria vita.
In questo libro Dworkin tesse una trama concettuale di valori, connessi tra loro, in grado di spiegare la realtà. Il risultato che viene fuori è che la realizzazione di sè, il compimento di una vita buona, riuscita, non è disgiungibile dal rispetto per l’umanità in tutte le sue forme.
Il merito di Dworkin, in conclusione, è quello di offrire, in una prospettiva liberale, una teoria politica che riconduce ad unità diritto e morale politica dove la morale, l’idea di ciò che è giusto, può sempre essere individuata su basi razionali.
A livello personale, l’unità del valore è una proposta per uno stile di vita nel quale le domande fondamentali hanno un senso e uno soltanto. Ciò consente, di fronte agli smarrimenti che la vita propone in determinate situazioni o contesti, di ritrovare la bussola, la direzione del nostro cammino.
Per usare una terminologia più semplice, possiamo dire che unità del valore significa anche impegno per la ricerca di una unità interiore, la cui coerenza morale è espressione di un viaggio spirituale che ci educhi alla vita affinché sia veramente e pienamente umana ed a livello collettivo si propone di offrire a tutti le stesse possibilità, realizzando una società giusta.
La filosofia dell’uomo moderno è riassumibile nella massima “vivi e lascia vivere” all’insegna di una confusione tra libertà e libero arbitrio. Tale filosofia ovviamente sottrae l’uomo moderno da ogni forma di riflessione circa l’esistenza di un bene superiore per sé o tantomeno per l’umanità in genere. La ricerca del piacere, del successo e del potere rappresentano ancora oggi gli idoli attorno a cui l’uomo costruisce la sua immagine, attraverso dinamiche che lo portano ad escludere l’altro, quando non a sottometterlo. Il risultato è una profonda infelicità che attraversa il cuore di tante persone, rimaste prive delle coordinate necessarie ad uscire dallo smarrimento in cui sono sprofondate. Mentre a livello sociale ciò comporta l’impossibilità di combattere seriamente le diseguaglianze.
L’obiettivo che mi do con questi articoli, di cui non so dire la frequenza, è anzitutto quello di corrispondere al mio desiderio di scrivere parole che possano contribuire, almeno spero, a edificare la comunità che mi sta intorno. L’auspicio è che il lettore possa trovare un minimo refrigerio dalla lettura di queste pagine, come quello prodotto da una piccola ombra durante un cammino assolato.
In questo blog, dunque, affronterò i temi che più mi stanno a cuore relativi alla politica e alla giustizia, senza dimenticare la cultura nelle sue tante sfaccettature ma anche la spiritualità e la fede religiosa, aspetti essenziali del vivere individuale e sociale. Non mancheranno citazioni più o meno esplicite dai miei autori e libri preferiti e alle mie letture, di cui trovate un collegamento alla mia libreria virtuale.