Sulla violenza

La rabbia non è affatto una reazione automatica alla miseria e alla sofferenza in quanto tali. Soltanto dove c’è ragione di sospettare che le condizioni potrebbero cambiare e non cambiano scatta la rabbia… soltanto quando il nostro senso di giustizia è offeso reagiamo con rabbia… in certe circostanze la violenza è l’unico modo di rimettere a posto la bilancia della giustizia…
Che questi atti, in cui gli uomini prendono la legge nelle proprie mani in nome della giustizia, siano in conflitto con le costituzioni delle comunità civili è innegabile; ma il loro carattere anti politico non vuol dire che siamo inumane o puramente emozionali…
Strappare la maschera dell’ipocrisia dalla faccia del nemico, smascherare lui e le sue astute macchinazioni e manipolazioni che gli permettono di esercitare il potere senza far ricorso a mezzi violenti, cioè provocare un’azione anche a rischio di essere annientati affinché la verità possa emergere – queste sono ancora alcune delle motivazioni più forti presenti nella violenza di oggi…
La violenza non promuove cause ma può servire a drammatizzare le ingiustizie e a sottoporle all’attenzione dell’opinione pubblica.
Il pericolo della violenza sarà sempre quello che i mezzi sopraffacciano i fini. Se gli obiettivi non sono raggiunti rapidamente, il risultato non sarà la semplice sconfitta ma l’introduzione della violenza in tutto l’insieme delle politica. L’azione è irreversibile e il ritorno allo status quo dopo la sconfitta improbabile. La pratica della violenza, come ogni azione, cambia il mondo, ma il cambiamento più probabile è verso un mondo più violento
”.
Hanna Arendt, Sulla violenza, 1969 #blacklivesmatter

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